Museo del Pane di Cuti, tra Passato, Presente e Futuro
Il ritorno alla terra comincia dai Musei contadini, è proprio da questi Musei che rinasce l’amore per la terra. Nella Valle del Savuto sorge il Museo del Pane di Cuti, in cui innovazione e tradizione si mescolano in un viaggio dal passato al futuro nell’arte del pane. La visita inizia con la rappresentazione dell’aia in cui veniva coltivato e raccolto il grano; la bottega dell’artigiano, e la tipica casa del contadino con l’antico telaio, ma il pezzo originale è rappresentato dall’antica trebbiatrice Mansal degli anni 50. La raccolta museale, nasce dall’idea di conservare e condividere la tradizione, la storia, i costumi e le abitudini, di un territorio, per far conoscere alle nuove generazioni le maestranze antiche, andate ormai perse e dimenticate.
L’idea della salvaguardia del bene storico e della creazione del museo ha come intento quello di promuovere il territorio attraverso un viaggio dal passato al presente, con un occhio verso il futuro: infatti la visita si concluderà con l’esplorazione dei laboratori del Panificio Cuti dove sarà possibile improvvisarsi fornaio per un giorno, creando il proprio pane.
Allestito nel 2018 ha avuto un grande successo, numerosi i visitatori in particolar modo anziani e scolaresche con i quali si è trascorso un prezioso tempo di ascolto e osservazione. il Museo ha partecipato nel novembre del 2018/19 alla Giornata dei Musei Regionali . Le visite guidate da Antonio Alessio e Pina Oliveti, saranno arricchite da versi di poesie, aneddoti e proverbi del territorio, così da entrare in un contesto straordinario e memorabile. Un viaggio nel passato.
La particolarità del Museo del Pane consiste nel viaggio dal passato al presente attraverso numerosi oggetti come il banchetto del calzolaio, ricco di attrezzi costruiti a mano o la cantina con tino e pigiatrice in legno di castagno; il bancone del falegname risalente al ‘700, sono una vera e propria testimonianza dei secoli passati. Particolari i cestoni che custodivano il grano, realizzati con i fusti delle spighe di grano raccontano il saper utilizzare gli scarti della lavorazione per realizzare oggetti che ancora oggi possiamo ammirare. Il telaio della fine del ‘700, racconta la storia della tessitura di un territorio e dei suoi pregevoli manufatti, famosa la tessitura dell’arbascio, una lana di pecora che insieme alla seta grezza dava vita ai mantelli dei soldati Borbonici. Tanti sono gli oggetti che raccontano frammenti di storia, memoria collettiva che non può essere dimenticata.